Educazione

I santi non sono degli “arrivati” ma dei “viandanti”

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La percezione comune dei santi come figure astratte, in qualche modo separate dalla nostra realtà, è un concetto che necessita di una revisione profonda. La festa di Tutti i Santi, celebrata il 1 novembre, ci offre l’occasione perfetta per riflettere su questo tema.

Il vero significato della festa

Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, La festa di Tutti i Santi non è semplicemente una commemorazione generica. Non si tratta di una celebrazione patronale dove si rende omaggio indistintamente a tutte le figure sacre. Piuttosto, è una festa che ci ricorda l’essenza del battesimo: la santità. La santità, infatti, non si limita ad essere buoni, ma trascende questa semplice definizione. Il Vangelo di Matteo, con la sua pagina delle beatitudini, ci mostra chiaramente questa distinzione.

La beatitudine come punto di partenza

Nelle parole di Gesù, emerge chiaramente che la vera beatitudine nasce dal nostro pianto, dalle nostre sofferenze e difficoltà. Credere non è un’azione passiva, né una fuga dalla realtà. Credere significa riconoscere le difficoltà, accettarle e superarle. Significa comprendere che non dobbiamo evitare il dolore, ma “attraversarlo”, come suggerisce la stessa parola “beato”.

La direzione nel dolore

La santità, quindi, non è l’assenza di sofferenza. Al contrario, è trovare una direzione, un percorso, all’interno di quella sofferenza. In questo contesto, i santi si distinguono non perché evitano la sofferenza, ma perché la affrontano con coraggio e determinazione, accettando la realtà e cercando di attraversarla. Mentre molti cercano di evitare il dolore o accumulare rabbia, i santi lo vedono come una sfida, un’opportunità per crescere e avvicinarsi a Dio.

Essere santi nella quotidianità

La santità, dunque, non è una meta, ma un percorso. I santi non sono degli “arrivati” ma dei “viandanti”. Essere santo significa mettersi in gioco ogni giorno, accettando le sfide della vita con coraggio e determinazione. La santità non è statica, ma dinamica. È un continuo movimento verso una direzione, una ricerca incessante di un legame più profondo con Dio.

Redazione UPFD

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