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La Nuova Stagione Richiama, Ma Con Vecchie Regole Limitanti

regole calcio dilettantistico

Una Politica di Età Controversa Con l’avvento della nuova stagione calcistica 2023-2024, gli occhi sono puntati sui cambiamenti e sulle conferme che la Lega Nazionale Dilettanti (LND) introdurrà nei campionati di Serie D, Eccellenza e Promozione. Il comunicato ufficiale 237, rilasciato il 26 aprile, non ha portato sorprese, mantenendo le regole sui fuoriquota sostanzialmente invariate. Tuttavia, la vera sorpresa sta nel dibattito in corso: la questione della possibile abolizione del vincolo dei fuoriquota, prevista teoricamente dal 1° luglio 2023, rimane un mistero intricato, con poche indicazioni su come sarà gestita.

Dinamiche e Dettagli dei Fuoriquota In Serie D, le squadre dovranno continuare a giocare con quattro fuoriquota: specificatamente, almeno un giocatore nato nel 2003, due nel 2004 e uno nel 2005, dalla partenza fino al termine di ogni partita. In Eccellenza e Promozione, le regole imporranno la presenza di almeno un classe 2003 e un classe 2004, con la possibilità per le regioni di aumentare il numero, ma non oltre tre unità. Questa pratica, comune in Piemonte e Lombardia, ha mostrato sia pregi che difetti.

Le eccezioni per la presenza di quattro fuoriquota sono raramente concesse, e questo rispecchia un approccio conservativo che ha influenzato diversi aspetti della cultura calcistica a questi livelli.

Gli Under 19 e il Futuro del Calcio Italiano Passando ai campionati Under 19, le regole sembrano più flessibili. I giocatori devono essere nati dopo il 1° gennaio 2005 e avere almeno 15 anni. Qui, è permesso l’uso di fino a tre fuoriquota, con limitazioni sull’età per due di essi. Questa regolamentazione varia anche in base alle direttive regionali e provinciali, influenzando direttamente il potenziale e la carriera dei giovani talenti.

L’Impatto sulle Nuove Generazioni e l’Economia del Calcio La politica attuale dei fuoriquota, con la sua rigida struttura, ha avuto conseguenze non solo sullo sviluppo individuale dei giocatori ma anche sull’economia macro del calcio. Almeno quattro o cinque generazioni di calciatori sono state messe da parte, considerate “vecchie” a soli 22 anni. Questa mentalità ha limitato la capacità delle squadre di Eccellenza di vendere in Serie D e viceversa, interrompendo una catena di investimenti e, forse ancor più criticamente, privando il calcio di potenziali campioni che avrebbero potuto emergere negli anni successivi.

I giocatori più esperti, di circa 30 anni, vengono spesso preferiti per la loro maturità, causando una tendenza pericolosa: giovani talenti vengono relegati in posizioni marginali o, peggio, abbandonati. Questo fenomeno necessita di una riflessione profonda, poiché il rinnovamento generazionale è vitale per il dinamismo e la competitività dello sport.

Un Appello per il Cambiamento In conclusione, mentre ci avviciniamo all’inizio di una nuova stagione emozionante, è imperativo che i regolatori e i responsabili delle decisioni riconsiderino l’attuale politica dei fuoriquota. Rivedere questi regolamenti potrebbe non solo salvaguardare il futuro dei giovani talenti ma anche rinvigorire l’economia del calcio a livello di base, creando un sistema più resiliente e dinamico che beneficia squadre, giocatori e, in ultima analisi, l’intero spettacolo del calcio italiano.

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Alberto Galassi

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